Coltiviamo l’amore, affinché possa darci la forza necessaria per affrontare le nostre battaglie, rendendoci liberi.
Siamo abituati a ragionare in maniera bilaterale, da un lato “ciò che vorrei fare” dall’altro “ciò che dovrei fare”.
Io per anni ho rimbalzato tra i due poli, pensando che fosse impossibile trovare una quadra che coniugasse le due estremità per poter esprimere il mio potenziale. Innumerevoli sono le influenze culturali, sociali ed economiche che non ci consentono di avere la lucidità necessaria per comprendere la direzione naturale della nostra vita.
È difficile scegliere la strada giusta da intraprendere quando non si sa dove queste possano portare, quando non c’è qualcuno che ci possa dire se stiamo facendo bene o se stiamo facendo male. Una voce dentro di noi però ci parla, se siamo bravi ad ascoltarla, possiamo sentire che ci chiede di essere amorevoli, di essere grati per ciò che abbiamo ricevuto e di restituirne al mondo una parte , sotto forma di impegno con noi stessi nel seguire il nostro cammino, ideato in un disegno molto più grande di noi. Impegno che viene sempre ripagato, così che possiamo essere nuovamente grati, e ripagare la gratitudine con l’impegno ,generando un ciclo infinito che motiva l’uomo a creare e a migliorare sin dall’antichità, ciclo che io chiamo Amore.
Il team con il quale ho vissuto questa esperienza, composto da persone per me divenute figure di enorme importanza, che ammiro infinitamente e dal quale prenderò esempio, di amore, è riuscito a trasmettermene in abbondanti dosi, vedendo la passione che mette nel proprio lavoro e soprattutto, facendomi sentire giusto, nel posto giusto, al momento giusto, cosicché sono riuscito a capire che, probabilmente, il momento in cui l’impegno verso me stesso inizia a ripagare, è arrivato. Con il progetto Erasmus sono riuscito ad approcciarmi ad una realtà altrimenti nascosta nella vita quotidiana, mostrandomi uno spiraglio sulla realtà internazionale, con la quale confrontarmi e dalla quale carpire i miei punti deboli ed i miei punti di forza.
Il training, incentrato sul “Design Thinking” può essere utile per chiunque voglia cambiare prospettiva riguardo la progettazione di un’idea o di un prodotto, con la speranza di lasciare alle spalle metodi inefficienti per acquisirne dei nuovi più etici e funzionali.
Nicolò Lattuchella