Dall’Ucraina la spinta a una politica europea della migrazione e dell’asilo

La tragedia in corso sta portando milioni e milioni di persone a fuggire per salvarsi. Moltissimi uomini e donne oltrepassano i confini europei ogni giorno e con la loro disperazione stanno producendo cambiamenti storici nelle politiche UE. Che futuro avranno questi cambiamenti è tutto da vedere, ma intanto la porta è aperta ad un cambio di rotta su uno dei temi più divisivi per i 27 Paesi UE.

Cinque settimane, al 31 marzo, di guerra in Ucraina. Per ora, il bilancio stilato dall’alto commissariato Onu per i rifugiati parla di oltre 10 milioni di persone costrette a fuggire, di cui 6,5 milioni sfollati all’interno dell’Ucraina e oltre 3,7 milioni di persone che hanno lasciato il Paese, e della stima di 13 milioni di persone bloccate nelle aree colpite o impossibilitate ad andarsene a causa dei maggiori rischi per la sicurezza, della distruzione di ponti e strade, nonché della mancanza di risorse o informazioni su dove trovare sicurezza e alloggio. Secondo l’Onu, milioni di cittadini ucraini vivono nella paura, rifugiandosi in bunker per ore e ore, di giorno e di notte. E la commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson, ha specificato ulteriormente le cifre dopo il Consiglio Affari interni dell’Ue di lunedì scorso. “Abbiamo accolto nell’Ue circa 3,8 milioni di rifugiati dall’Ucraina, la metà è costituita da bambini. Di questi 3,8 milioni, un milione ha proseguito oltre, mentre gli altri sono rimasti nei Paesi limitrofi. I Paesi Ue che stanno facendo di più sono Polonia con oltre 1,5 milioni di rifugiati, Romania, Ungheria, Slovacchia senza dimenticare Austria, Estonia, Lituania”, ha detto la commissaria.

Dopo quasi 5 settimane di guerra, inoltre, i numeri degli arrivi sono in calo. “Mentre il picco vedeva un flusso di arrivi di circa 200 mila persone al giorno, oggi siamo a 40 mila al giorno. Ma vanno messi a punto dei piani di emergenza per essere pronti per ulteriori milioni che potrebbero fuggire perché non sappiamo quanto durerà la guerra né cosa succederà”, ha proseguito la commissaria.

In questo scenario di ritorno della guerra in Europa, come è stato sottolineato più volte, cosa sta facendo l’Unione europea e i suoi Stati membri?

Lo scorso 4 marzo, il Consiglio dell’Ue, istituzione Ue che rappresenta i Paesi membri, ha adottato all’unanimità la decisione di attuare una protezione temporanea alle persone in fuga dall’Ucraina a causa della guerra. La direttiva sulla protezione temporanea esisteva da 20 anni, ma l’Ue non l’aveva mai applicata. A buona ragione, dunque, si può parlare di giornata storica per l’Unione.

La protezione temporanea è un meccanismo di emergenza applicabile in casi di afflussi massicci di persone e mira a fornire protezione immediata e collettiva, cioè senza che sia necessario esaminare le singole domande, agli sfollati che non possono ritornare nel proprio Paese di origine. L’obiettivo è alleviare la pressione sui sistemi nazionali di asilo e consentire agli sfollati di godere di diritti armonizzati in tutta l’Ue. Tra questi diritti rientrano il soggiorno, l’accesso al mercato del lavoro e agli alloggi, l’assistenza medica e l’accesso all’istruzione per i minori.

Una volta adottata, la decisione attiverà la protezione temporanea per un periodo iniziale di un anno che può essere prorogato automaticamente di sei mesi in sei mesi per un periodo massimo di un anno. La Commissione potrà proporre al Consiglio di prorogare la protezione temporanea fino a un massimo di un ulteriore anno e potrà proporre anche di mettere fine alla protezione temporanea se la situazione in Ucraina sarà tale da consentire il rimpatrio in condizioni sicure e stabili.

A chi è rivolta la protezione temporanea?

I cittadini ucraini, così come i cittadini di Paesi terzi o gli apolidi che in Ucraina beneficiavano già di protezione internazionale e i loro familiari godranno della protezione temporanea se risultano essere stati residenti in Ucraina alla data del 24 febbraio 2022 o precedentemente.

Ai cittadini di Paesi terzi residenti in Ucraina alla data 24 febbraio o precedentemente, gli Stati membri potranno applicare la protezione temporanea oppure dare un’adeguata protezione ai sensi del loro diritto nazionale, ma di fatto potranno applicare la legislazione nazionale.

Per quanto riguarda i lavoratori temporanei e gli studenti di Paesi terzi in Ucraina, la protezione temporanea non si applica, ma si segue il principio secondo il quale queste persone avevano già previsto un periodo limitato di tempo da spendere in Ucraina. Dunque, saranno portati nei Paesi Ue per un ristoro emergenziale, ma poi saranno rimpatriati nei propri Paesi.

Gli Stati membri possono applicare la protezione temporanea anche ad altre persone, compresi i cittadini di Paesi terzi che risiedono legalmente in Ucraina e non possono tornare in condizioni di sicurezza nel proprio Paese di origine, come anche i cittadini ucraini fuggiti dal Paese non molto tempo prima del 24 febbraio 2022 o che si trovavano nel territorio dell’Ue a ridosso di tale data, ad esempio in vacanza o per motivi di lavoro.

La decisione prevede anche che la Commissione coordini la cooperazione e lo scambio di informazioni tra gli Stati membri, in particolare per quanto riguarda il monitoraggio delle capacità di accoglienza e l’individuazione di eventuali necessità di ulteriore sostegno. Le agenzie dell’Ue, tra cui Frontex, l’Agenzia dell’Ue per l’asilo ed Europol, possono fornire ulteriore sostegno operativo su richiesta degli Stati membri.

A che punto siamo dopo 5 settimane?

Al Consiglio straordinario Giustizia e affari interni del 28 marzo, il vicepresidente della Commissione europea, Margaritis Schinas, e la commissaria per gli affari interni, Ylva Johansson, in coordinamento con la presidenza francese del Consiglio dell’Ue rappresentata dal ministro Gérald Darmanin, hanno presentato un piano in 10 punti per rafforzare il coordinamento europeo sull’accoglienza delle persone in fuga dalla guerra contro l’Ucraina.

Il piano in 10 punti

Primo, la creazione di una piattaforma dell’Ue per la registrazione per lo scambio di informazioni sui beneficiari di protezione temporanea e sugli status di protezione nazionale, con il sostegno di Eu-Lisa, l’Agenzia dell’Ue per la gestione operativa dei sistemi IT su larga scala nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia.

Secondo, un approccio coordinato a livello dell’Ue per i centri di trasporto e di informazione, supportato dall’Agenzia dell’Unione europea per l’asilo.

Terzo, una mappatura della capacità di accoglienza e dell’alloggio in modo che corrisponda alle offerte di quegli Stati membri che possono fornire aiuto a coloro che hanno bisogno di sostegno e aiutare a organizzare i trasferimenti dagli Stati membri maggiormente sotto pressione, con il sostegno dell’iniziativa “Case sicure” della Commissione. L’Agenzia dell’Unione europea per l’asilo fornirà sostegno mirato agli Stati membri sulla base di piani operativi e coordinerà la rete dell’Ue di agenzie e autorità di accoglienza.

Quarto, lo sviluppo di piani di emergenza nazionali per far fronte alle esigenze a medio e lungo termine. La Commissione sosterrà gli Stati membri e svilupperà un piano europeo comune di emergenza e di risposta. La Commissione svilupperà un indice comune dell’Ue al quale dovrebbero alimentare gli Stati membri, le agenzie europee e le organizzazioni internazionali.

Quinto, la Commissione, insieme all’Agenzia dell’Unione europea per l’asilo, svilupperà procedure operative standard e orientamenti uniformi per l’accoglienza e il sostegno dei minori, e la Commissione svilupperà procedure specifiche per il trasferimento dei minori non accompagnati.

Sesto, un piano comune contro la tratta per prevenire la tratta e lo sfruttamento. Sotto la guida del coordinatore anti-tratta dell’Ue, sarà sviluppato un piano anti-tratta per affrontare i rischi della tratta e sostenere le potenziali vittime. Il piano si baserà sulla strategia dell’Ue sulla strategia di lotta agli esseri umani (2021-2025).

Settimo, la solidarietà rafforzata con la Moldova attraverso maggiori trasferimenti e il rapido dispiegamento delle squadre di Frontex in Moldova. I trasferimenti, in collaborazione con l’Unhcr e l’Oim e sostenuti da finanziamenti dell’Ue, sono una priorità immediata.

Ottavo, un quadro rafforzato per la cooperazione internazionale sulle destinazioni sicure. La piattaforma di solidarietà, in collaborazione con le agenzie competenti e altri partner pertinenti, coordinerà i contatti con Canada, Stati Uniti, Regno Unito e altri partner internazionali.

Nono, affrontare le implicazioni sulla sicurezza interna della guerra in Ucraina. La rete della piattaforma multidisciplinare europea contro le minacce criminali (Empact) ed Europol sosterranno gli Stati membri per garantire la massima vigilanza contro la criminalità organizzata e i gruppi di trafficanti e garantire l’applicazione delle sanzioni dell’Ue contro le persone russe e bielorusse. Gli Stati membri sono incoraggiati a cooperare attraverso il dispiegamento bilaterale di agenti di polizia nel quadro di Prum e la Commissione sosterrà tali sforzi.

Decimo, risorse e finanziamenti adeguati. Per fornire una guida completa e un sostegno personalizzato agli Stati membri dell’Ue è stato istituito uno sportello unico per riunire tutti gli esperti pertinenti della Commissione. Per sostenere gli sforzi degli Stati membri, la Commissione europea ha proposto di facilitare l’uso flessibile dei finanziamenti.

In conclusione (per ora)

A oltre un mese di guerra, dunque, l’Unione europea sta affrontando una delle crisi umanitarie più grandi sul suolo continentale dalla seconda guerra mondiale. Lo fa con strumenti eccezionali. Ma, come sappiamo, da ogni crisi e da ogni strumento eccezionale nascono le basi per azioni che diventano poi strutturali. Ora si parla di accoglienza e responsabilità, termini usati da Paesi un tempo restii ad accogliere chi arrivava sul suolo europeo passando dal mare. Vedremo già tra pochi mesi, quando ci saranno i primi sbarchi nelle coste del Sud Europa, che eredità la tragedia umanitaria dell’Ucraina avrà lasciato sulla politica europea su migrazione e asilo.

https://www.unhcr.org/news/briefing/2022/3/623da5894/month-since-start-war-quarter-ukraines-population-displaced.html

https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/IP_22_2152

https://www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2022/03/04/ukraine-council-introduces-temporary-protection-for-persons-fleeing-the-war/

https://ec.europa.eu/home-affairs/10-point-plan-stronger-european-coordination-welcoming-people-fleeing-war-ukraine_en

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