ECONOMIA CIRCOLARE

 

La vita sulla Terra ha circa 4,5 miliardi di anni ed esisterà ancora per molto tempo fino a quando, tra ulteriori cinque, il Sole estinguerà tutto l’idrogeno raddoppiando il suo volume, trasformandosi in gigante rossa ed inghiottendola.

Nell’attesa dell’ineluttabile, l’ecosistema che la caratterizza si è sempre organizzato in modo che gli scarti di una specie siano il nutrimento di un’altra.

L’uomo invece, praticamente dal suo avvento, preleva le risorse a disposizione nel pianeta per produrne delle altre che poi getta via una volta utilizzate per i motivi più disparati.

Questo meccanismo sempre crescente nel corso del tempo e particolarmente intensificato negli ultimi 150 anni, sta riducendo il pianeta ad una sorta di discarica.

Si è reso quindi necessario ripensare un modello sociale ed economico volto all’ottimizzazione delle risorse e dei prodotti derivanti in una ottica tesa alla loro rigenerazione sotto altre forme per poter poi essere reimmesse nel mercato. La necessità quindi di un passaggio da una economia lineare (quella attuale e fortemente prevalente) ad una circolare, cioè ad un modello ciclico dove i prodotti scartati (i rifiuti), vengano ripensati e riprogettati in completamente nuovi.

L’economia circolare, teorizzata prima da K. Boulding nel 1966 e poi da W. Stahel e G. Reday in un rapporto presentato alla Commissione europea nel 1976 ed approfondita successivamente, oggi è considerata prioritaria per la salvaguardia del pianeta ed è, per definizione: “ ..un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile. In questo modo si estende il ciclo di vita dei prodotti, contribuendo a ridurre i rifiuti al minimo“.

Tale modello è così considerato da essere reso nell’Unione europea come uno dei punti cardine costitutivi del Green Deal europeo mediante l’adozione del nuovo piano di azione per l’economia circolare presentato dalla commissione europea il 11 marzo 2020.

Tale piano ha come obiettivo l’accelerazione della transizione verso una economia circolare e rigenerativa con particolare attenzione a:

  • Effettiva circolarità dei processi produttivi;
  • Progettazione di prodotti sostenibili;
  • Settori industriali ove si realizzano risorse ad alto impatto ambientale (es. industria edile, alimentare, elettronica, batterie, trasporti, plastica, tessile).

Tra le 35 azioni messe in campo per il perseguimento dell’obiettivo, per le quali è stato realizzato un opportuno cronoprogramma, si menzionano, tra le altre:

  • aumento del mercato delle materie prime seconde per mezzo l’inserimento di una percentuale minima contenuta in imballaggi, batterie, veicoli e materiali edili;
  • supporto alla ricerca e all’innovazione tecnologica in tutti i settori dell’economia;
  • definizione di requisiti onde evitare che un prodotto dannoso per l’ambiente venga introdotto nel mercato dell’unione europea;
  • introduzione di un passaporto elettronico del prodotto con informazioni sulla composizione, riparazione, ecc..;
  • proposta di armonizzazione per la raccolta differenziata dei rifiuti in ambito UE;
  • revisione delle norme per la spedizione dei rifiuti;
  • definizione di un sistema di monitoraggio per l’economia circolare;
  • aumento dei posti di lavoro nel settore (700.000 unità entro il 2030).

Nel contesto italiano, lo stato dell’economia circolare, comparato con quello delle principali economie dell’Unione europea (Germania, Francia, Italia, Spagna e Polonia), è sostanzialmente positivo. Secondo l’ultimo report sullo stato dell’economia circolare in Italia – anno 2021 – rilasciato dal CEN (Circular Economic Network), sommando le performance degli aspetti principali (produzione, consumo, gestione circolare dei rifiuti, riparazione e riutilizzo, investimenti, occupazione nell’attività di riciclo) e attribuendone una valutazione per ogni settore, si ottiene un indice di performance che la pone al primo posto, seguita da Francia e Germania.

Tra i parametri esaminati – dati del 2019 – il riciclo dei rifiuti urbani è del 46,9%, in linea con la media europea, mentre quello di tutti i rifiuti è del 68%, ben al di sopra di quella europea (57%), Il tasso di utilizzo circolare di materia è al 19,3%, superiore alla media dell’UE27 (11,9%), inferiore alla sola Francia (20,1%), ma superiore a quello della Germania (12,2%), mentre siamo ultimi per brevetti depositati.

Nonostante i numerosi esempi ed i successi nell’applicazione di tale approccio economico, ad oggi siamo in una fase di piena transizione, tanto che, nonostante i vantaggi non solo ambientali che abbiamo esaminato, il percorso presenta ostacoli non di poco conto, particolarmente per una armonizzazione in ambito mondiale.

Tra le criticità emerge certamente il diverso approccio che richiede un cambiamento sociale, culturale e strutturale come questo che, tra gli altri aspetti, tende ad impattare  considerevolmente sulle imprese le quali devono considerare, per la loro stessa salvaguardia, la convenienza economica del business che il nuovo metodo richiede.

I player in campo, infatti potrebbero resistere a un tale cambiamento a causa della scarsa redditività che questa mutamento comporterebbe poiché le innovazioni tecnologiche non sono ancora consolidate per supportare una analisi volta a verificare i benefici potenziali con una certa sicurezza. Per non parlare poi degli aspetti normativi, regolatori, degli incentivi e dei finanziamenti.

Carlo Caloisi

FONTI ED APPROFONDIMENTI

  1. Economia circolare – definizione, importanza e benefici: https://www.europarl.europa.eu/news/en/headlines/economy/20151201STO05603/circular-economy-definition-importance-and-benefits
  2. Economia circolare – origini: https://www.circular.academy/circular-economy-some-definitions-2/#:~:text=In%201966%2C%20US%20economist%20Kenneth,of%20the%20future%20requires%20economic
  3. IL RIUTILIZZO È LA «CHIAVE» DELL’ECONOMIA CIRCOLARE: https://ec.europa.eu/environment/ecoap/about-eco-innovation/experts-interviews/reuse-is-the-key-to-the-circular-economy_it
  4. Green Deal europeo : https://ec.europa.eu/info/strategy/priorities-2019-2024/european-green-deal_en
  5. Piano di azione per l’economia circolare (commissione europea): https://ec.europa.eu/environment/strategy/circular-economy-action-plan_en
  6. Comunicazione commissione europea del piano di azione (testo, 11 marzo 2020): https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?qid=1583933814386&uri=COM:2020:98:FIN
  7. Ministero della transizione ecologica – Strategia nazionale per l’economia circolare (settembre 2021): https://www.mite.gov.it/sites/default/files/archivio/allegati/economia_circolare/SEC_30092021_1.pdf
  8. Terzo rapporto sull’economia circolare in Italia, anno 2021 (completo): https://circulareconomy.europa.eu/platform/en/knowledge/circular-economy-report-2021-italy-focus-role-circular-economy-transition-climate-neutrality
  9. Terzo rapporto sull’economia circolare in Italia, anno 2021 (sintesi): https://circulareconomynetwork.it/wp-content/uploads/2021/03/Synthesis_The-third-circular-economy-report.pdf
  10. Materie prime seconde – definizione : https://www.europarl.europa.eu/legislative-train/theme-new-boost-for-jobs-growth-and-investment/file-strategy-for-secondary-raw-materials#:~:text=’Secondary%20raw%20materials’%20are%20recycled,or%20alongside%20virgin%20raw%20materials.
  11. Esempi di economia circolare nel mondo e studio dei casi: https://ellenmacarthurfoundation.org/topics/circular-economy-introduction/examples
  12. Ostacoli da superare per l’economia circolare: https://tcocertified.com/it/news/overcoming-the-obstacles-for-circularity/

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